Utilizzare i pigmenti è qualcosa che era nella mia lista delle cose da fare da un po’. Mi serviva un progetto semplice con il quale iniziare, che mi permettesse di evidenziare al meglio le qualità di questa tecnica. Avevo seguito un corso anni fa con Klaus-Peter Schäffel dedicato alla preparazione dei colori dal quale mi era rimasto un po’ di materiale. Nel tempo poi mi sono procurata tutti gli strumenti del mestiere: mortaio in ceramica, pestello, un piccolo pestello in vetro e da ultima una tavolozza in vetro temperato (in realtà una mensola in vetro Ikea usata a questo scopo).
I pigmenti sono diversi da utilizzare rispetto a gouache e acquerello principalmente a causa della loro granulosità. La preparazione a mano del pigmento e della miscela produce una grana irregolare e un po’ più grossa rispetto ai colori industriali, che è più difficile da gestire, ma conferisce al lavoro delle caratteristiche uniche. La superficie della stesura ha una texture più ricca e le impurità eventualmente presenti nel pigmento le danno carattere. Un tempo preparare i colori dai pigmenti in polvere era una componente indispensabile del lavoro dell’artista, ma anche oggi che sono disponibili colori pronti di ogni tipo credo sia importante utilizzare i materiali tradizionali. Oltre che per ricercare effetti estetici, l’esperienza nell’uso dei pigmenti torna utile anche per scegliere con più consapevolezza dall’offerta del mercato.
Sulla tavolozza per questo progetto ci sono azzurrite macinata a mano, che avevo conservato in formulazione già pronta ancora dai tempi del workshop, e dell’ematite in polvere miscelata con gomma arabica e soluzione zuccherina. Il supporto è una meravigliosa carta artigianale di Manualis (Fabriano, Marche). Per questo tipo di progetto, dove le qualità del materiale risaltano particolarmente, la carta artigianale è la scelta migliore.Il modello è ispirato a una iniziale del XIV secolo da una pagina conservata al Victoria & Albert Museum di Londra. La potete trovare nel bellissimo libro di Rowan Watson “Illuminated Manuscripts and Their Makers”. L’intero lavoro è stato eseguito con i pennelli Winsor&Newton Serie 7 per miniatura.